Silver Screen: Il cinema dalla A alla Z: dai grandi maestri che hanno segnato un’epoca ai talenti talmente underground da essere sconosciuti persino per i loro genitori; dai b-movie ai blockbuster passando per le produzioni asiatiche più intellettualoidi, quelle che durano giorni e fanno sembrare la trilogia di Kieslowski un cinepanettone. E poi anticipazioni, recensioni, minutiae e indiscrezioni per tutti quelli che amano il Cinema. E l’aggettivo “distopico” che, per decisione dei conduttori, viene pronunciato una volta a puntata.
Alessandro: E’ colui che riempie di contenuti il programma. Ama il cinema, in senso metaforico e letterale: infatti ha avuto una relazione con una poltrona che l’ha lasciato accusandolo di essersi seduto. Il cinema per lui non ha segreti ed è in grado di parlare con cognizione della più becera commedia americana così come del nuovo cinema filippino, ammesso che esista un nuovo cinema filippino. Il numero di ore che passa a parlare di film è superato solo dal numero di ore che passa a guardare film. Critico competente e inflessibile “ma non snob”, precisa lui puntigliosamente, mentre lucida i premi ricevuti dall’Associazione della Critica Snob. Sogna di fare un documentario sulle lotte non violente nel mondo e di usare violenza contro chi non glielo produrrà.
Alberto: Non sarebbe previsto come co-conduttore ma continua a transitare nello studio nelle ore in cui il programma va in onda, anche perché vive in catene nel suddetto studio (vedi i rassegnati). E’ stato accettato dal conduttore soltanto perché lo ha convinto di essere stato il direttore della fotografia di un notissimo film vietnamita di cui sono state smarrite tutte le copie. Segretamente, però, medita vendetta e sogna la ribellione come Fantozzi davanti all’ennesima proiezione de La Corazzata Potemkin, film che Gaudiano ha visto a 7 anni, definendolo “eccessivamente frivolo”.